Sono tornata in Italia da quasi tre settimane. Il primo impatto è stato abbastanza traumatico: passeggiare in centro mi ha messo la nausea e la prima volta che mi sono messa al volante ho quasi avuto un crisi di nervi. Meno male che ci sono le grandi certezze cosmiche a calmare il mio spirito, come le immancabili repliche de “La signora in giallo” che, da un paio di secoli a questa parte, annunciano inesorabili l’inizio dell’estate.
La trasferta berlinese, oltre a farmi amare la capitale tedesca ancora di più, mi ha anche aperto gli occhi su piccoli particolari della vita quotidiana che, appunto perché sono sempre sotto ai nostri occhi, finiscono per passare inosservati (e qui potrei fare la sociologa e citare Garfinkel, ma ve lo risparmio).
Due piccoli esempi:
#1: l’avevo già notato in Germania, ma al mio rientro ho avuto la conferma. Le commesse del supermercato in Italia, perlomeno nella zona dove abito, sono quasi tutte donne. Ho aggiunto il quasi solo perché, giusto l’altro giorno, ho visto un uomo in cassa, ma non era mai successo prima. A Berlino era invece molto comune vedere uomini seduti alla cassa, e anche molti giovani alle prime armi che facevano casino coi codici a barre, senza che nessuno per questo si mettesse a fare scenate isteriche per la perdita di cinque preziosissimi minuti.
#2: gli “addetti alla sicurezza” dei negozi di abbigliamento in centro sono quasi tutti di colore. Sono io che penso sempre male di tutto, o li hanno messi lì perchè “l’uomo nero” fa sempre paura?
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