Come promesso nello scorso post, ecco i risultati della “Wort des Jahres” (Parola dell’Anno) edizione 2010. Avrei voluto inserire anche la vincitrice della “Unwort des Jahres” (Non-parola dell’Anno), ma a quanto pare la classifica non è ancora stata pubblicata. Oppure sono io che non l’ho trovata; in tal caso tiratemi le orecchie, mandatemi un link e rimedierò.
Ma bando alle ciance. Secondo i più eminenti studiosi della lingua tedesca, il neologismo dell’anno 2010 è…
WUTBÜRGER
Una parola composta, nata dall’unione di “Wut” (rabbia) e “Bürger” (cittadino) e con la quale si indicano i cittadini che scendono in piazza e manifestano attivamente il loro dissenso. Anche la seconda classificata resta nell’ambito delle proteste antigovernative: si tratta di “Stuttgart 21“, il progetto di riqualificazione urbana che ruota attorno alla stazione ferroviaria di Stoccarda e che è stato violentemente criticato dagli abitanti della città.
L’elenco delle 10 finaliste:
- Wutbürger
- Stuttgart 21
- Sarrazin-Gen
- Cyberkrieg
- Wikileaks
- schottern
- Aschewolke
- Vuvuzela
- Femitainment
- unter den Eurorettungsschirm schlüpfen
Le proteste si ritrovano anche alla posizione numero 6 con “schottern“, verbo che deriva da “Schotter” (ghiaia) e si potrebbe tradurre con “sghiaiare”: indica infatti l’azione di disturbo messa in atto dai manifestanti che si opponevano al passaggio di un convoglio carico di scorie radioattive e toglievano la ghiaia dai binari per obbligare il treno a fermarsi.
Nelle posizioni 7 e 8 si trovano invece due parole che si riferiscono ad eventi molto diversi fra loro ma che hanno una cosa in comune: hanno rotto le balle a tutto il mondo. “Aschewolke” significa “nube di ceneri”, ed è quella che ha mandato in tilt il traffico aereo mondiale dopo l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull (che già di per sé potrebbe essere un’ottima parola dell’anno, anche se impronunciabile); per quanto riguarda “Vuvuzela“, invece, credo non ci sia bisogno di spiegazioni.
Con questo chiudo il 2010. E, come dicono i tedeschi, vi auguro un “guten Rutsch ins neue Jahr“, cioè un “bello scivolone nell’anno nuovo”. Speriamo non in senso letterale.
Immagine: www.sxc.hu
Ehi, io quelli della “Stuttgart 21” li ho visti! O meglio, ho visto il loro accampamento di tendine canadesi ai giardini pubblici 🙂 Anche se mi pare non ci fosse nessuno dentro… spero per loro, anche se non faceva freddissimo comunque si alternavano pioggia e neve che era una meraviglia.
Ciao,
interessante la tua idea, mi piace molto 🙂
Io sono un’italiana invece che è nata e cresciuta in Germania, ma sono tanti anni ormai da quando sono emigrata in Italia e tante volte mi vien voglia di ri-emigrare….
Io adoooro Berlino, e la lingua tedesca (la insegno da 20 anni), e ho diversi amici italiani innamorati di Berlino.
E riguardo alla Parola e Non-Parola dell’anno, figurati che ho persino creato una pagina su Facebook :-)).
La “non-parola” dell’anno 2010.
L’idea era quella di sondare un pò il terreno, su quale potrebbe essere la Non-Parola in Italia. Se ti va, puoi dare un’occhiata:
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_160013717372859
Ciaooooo,
Virginia
Ciao, grazie del commento e del link, interessante! Ho dato un’occhiata e, come dici nella descrizione del gruppo, in tedesco coniare neologismi è senz’altro più facile che in italiano, grazie alle parole composte. Anche se poi sono sempre un po’ difficili da pronunciare per noi poveri stranieri non abituati a parole chilometriche… 😉