No, il titolo non si riferisce alla temperatura che ho trovato in casa quella volta che sono uscita senza accendere l’aria condizionata (immaginatevi di entrare in un forno e avrete un’idea dell’atmosfera che mi ha accolto al rientro).
Un paio di settimane fa la copertina di LA Weekly, settimanale gratuito con tutti gli appuntamenti culturali e per il tempo libero, era dedicata alla pizza. All’interno, pagine e pagine dedicate alle migliori pizzerie della città. Una di quelle nella Top Ten è nel mio quartiere, quindi ho deciso di fare un salto e vedere come fosse questa pizza made in LA.

Menù 800° Degrees
Innanzitutto va precisata una cosa: la mente dietro a questa pizzeria, che si chiama appunto “800° Degrees“, ha applicato il concetto di fast food alla pizza e ha declinato il tutto all’americana. All’ingresso si sta in fila e, come prima cosa, si decide quale base si vuole: margherita, bianca o marinara. Passo successivo: i toppings. Ogni ingrediente aggiuntivo costa un dollaro (tranne qualche eccezione, tipo il tartufo o il prosciutto di Parma che costano tre dollari) e se ne possono aggiungere a volontà. Io mi sono limitata a due: funghi e scamorza affumicata. Quando la nostra pizza è assemblata, si passa dalla cassa a pagare e il pizzaiolo la inforna. Tempo di cottura: 60 secondi (giuro!) Nell’attesa si va a prendere da bere (l’acqua, come in tutti i ristoranti e fast food americani, è gratis). Quando chiamano il nostro numero si ritira il piatto e si va alla ricerca di un tavolo libero. Alla fine, con meno di 10 dollari ho mangiato una buona pizza, che non aveva nulla da invidiare a una fatta in Italia. Non mi posso lamentare.

Mmh, pizzaaa…
Tra l’altro il posto è talmente popolare che c’è sempre la fila fin fuori dal locale. Questa era la situazione quando sono uscita:

Peggio che essere a un concerto rock
Ho visto di peggio solo alla gelateria “Diddy Riese“:

La fila inizia davanti al quarto albero da sinistra