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Archive for dicembre 2012

Torna come ogni dicembre l’appuntamento con la Parola dell’Anno, classifica dei dieci neologismi che hanno caratterizzato la lingua tedesca nei 12 mesi appena trascorsi. A stilare la classifica, come sempre, è la Gesellschaft für deutsche Sprache.

Fonte: www.gfds.de © ChaotiC_PhotographY - Fotolia.com

Fonte: http://www.gfds.de © ChaotiC_PhotographY – Fotolia.com

 
Wörter des Jahres 2012

1) Rettungsroutine
2) Kanzlerpräsidentin
3) Bildungsabwendungsprämie
4) Schlecker-Frauen
5) wulffen
6) Netzhetze
7) Gottesteilchen
8) Punk-Gebet
9) Fluch-Hafen
10) ziemlich beste
 
Rettungsroutine
Letteralmente “routine di salvataggio”, si riferisce alle continue misure economiche di aiuto ai paesi europei in difficoltà. La GfdS mette in luce il contrasto fra “salvataggio”, ossia una pratica di emergenza che si suppone serva solo in casi estremi, e “routine”, che richiama invece un’azione abituale.

Kanzlerpräsidentin
Fusione delle parole “Cancelliere” e “Presidentessa”, riferita ad Angela Merkel e a certi suoi atteggiamenti da pacificatrice che solitamente caratterizzano il Presidente della Repubblica e non il capo dell’esecutivo.

Bildungsabwendungsprämie
Parola composta da 3 termini e impossibile da tradurre in italiano: significa più o meno “premio di dissuasione dallo studio”. Si tratta di un’espressione usata dai detrattori dei sussidi familiari, convinti che il sussidio spinga i giovani tedeschi a riprodursi come conigli a spese dello stato invece di proseguire gli studi.

Schlecker-Frauen
Le “Donne Schlecker”, ossia le dipendenti della catena di drogherie rimaste senza lavoro a causa del fallimento del gruppo e che hanno inscenato numerose proteste nel corso dell’anno.

Wulffen
Com’era successo nel 2011 con “guttenbergen” (dal nome dell’ex Ministro della Difesa Karl Theodor zu Guttenberg), anche il verbo wulffen deve le sue origini a un uomo politico: Christian Wulff, ex Presidente della Repubblica costretto alle dimissioni in seguito a uno scandalo legato a finanziamenti agevolati e ai successivi tentativi di insabbiare il caso. Il verbo ha più significati: lasciare messaggi minatori in segreteria telefonica, accettare benefici legati alla propria carica pubblica e fare uscire la verità un pezzettino alla volta.

Netzhetze 
Versione tedesca e politically correct dell’espressione inglese “Shitstorm”, letteralmente “tempesta di merda”, usata soprattutto online per descrivere situazioni che degenerano nel caos, tipicamente riferita a blog, forum e qualsiasi sito nel quale si passa da semplici commenti a vere e proprie flame war. L’espressione “Shitstorm” è stata anche votata “Anglicismo dell’anno” nel 2011. Ai tedeschi piacciono proprio le classifiche lessicali…

Gottesteilchen
La “particella di Dio”, ossia il Bosone di Higgs, la cui esistenza è stata confermata quest’anno dai ricercatori del CERN.

Punk-Gebet
La “preghiera punk” che è costata il gulag alle Pussy Riot, colpevoli di avere osato protestare contro il grande zar Putin.

Fluch-Hafen
Gioco di parole nato dalla fusione di “Fluch”, cioè “imprecazione”, e “Flughafen”, “aeroporto”. Il termine si riferisce ai gravi ritardi che stanno caratterizzando la costruzione del nuovo aeroporto di Berlino, il Willy Brandt Berlin-Brandenburg Flughafen, la cui inaugurazione è stata più volte rimandata e i cui costi sono lievitati in modo spaventoso dall’inizio dei lavori. Sembra che un intero settore dell’aeroporto debba addirittura essere abbattuto prima ancora di essere ultimato per problemi irrisolvibili. I tedeschi, non abituati a tali inefficienze e sprechi di denaro, non l’hanno presa bene.

Ziemlich beste
Espressione che significa “abbastanza migliori” e che nasce da “Ziemlich beste Freunde” (letteralmente “Abbastanza migliori amici”), versione tedesca di “Intouchables”, film francese campione di incassi della scorsa stagione, uscito in Italia col titolo “Quasi amici”.

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In attesa di conoscere la parola dell’anno 2012, inauguro la rubrica della “parola del giorno”. Rubrica che non sarà però giornaliera: in questo periodo ho già i miei problemi a incastrare due lavori, palestra e impegni vari, non mi sembra il caso di aggiungere altro. Ma se non mi do una scadenza fissa forse (e la parola chiave della frase è forse) ce la posso fare.

L’idea è nata, come spesso succede, per caso: sto cercando un vocabolo nel dizionario e capito alla lettera G. Lo sguardo mi cade su “Gänsemarsch“, che in italiano si traduce con”fila indiana”, ma letteralmente significa “marcia delle oche”. Un’immagine molto carina in una lingua che viene spesso considerata dura e fredda per l’asprezza della pronuncia, ma che sa anche regalare piccole perle come questa.

Gäensemarsch

Gli Aristogatti © Walt Disney

Non so quando sarà il prossimo appuntamento con la parola del giorno, ma vista l’immensità del vocabolario tedesco, le occasioni non mancheranno di certo!

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