Dopo l’ormai classico appuntamento con la parola dell’anno, tocca adesso alla non-parola dell’anno. Perché in Germania non si fanno mancare niente. Se già è molto difficile tradurre i termini vincitori della prima classifica, visto l’amore viscerale dei tedeschi per le parole composte lunghe come treni, la traduzione delle non-parole è una vera e propria missione impossibile. Detto ciò, farò del mio meglio.
Unwort des Jahres 2012
Opfer-Abo
Pleite-Griechen
Lebensleistungsrente
La non-parola del 2012 è “Opfer-Abo”, unione di “Opfer”, vittima, e “Abo”, abbonamento. Si tratta di un termine usato dal presentatore svizzero Jörg Kachelmann, accusato di stupro, per indicare che le donne sono “abbonate a fare le vittime”, cioè vengono dipinte sempre come la parte lesa anche nei casi in cui siano colpevoli.
Le altre due finaliste sono “Pleite-Griechen” e “Lebensleistungsrente”. “Pleite-Griechen” significa letteralmente “greci in bolletta”, è stato usato soprattutto su alcuni giornali, come la Bild, ed è sintomatico di come una buona parte dei tedeschi non sia entusiasta dei continui aiuti economici versati alla Grecia per salvare il Paese della bancarotta.
“Lebensleistungsrente” è una di quelle parole impossibili da rendere efficacemente in italiano (come direbbe Claudio Bisio-Paolo Limiti: “È un po’ intraducibile”). Cominciamo dal fondo: “Rente” è la pensione, e fin qui ci siamo. “Leistung” significa prestazione e “Leben” vita. Per “Lebensleistung” ho trovato la traduzione inglese “life-time achievement”. In pratica si tratta di un concetto legato alla riforma del sistema pensionistico: visto che molti pensionati tedeschi, pur avendo pagato fior di contributi per tutta la loro vita lavorativa, ricevono una pensione da fame, il governo ha proposto di introdurre una pensione integrativa per garantire a queste persone un vitalizio adeguato. Proposta che ha ovviamente scatenato un mare di polemiche.
E per il 2012 è tutto. Sono curiosa di scoprire cosa si inventeranno nel 2013.
Fonte foto: stuttgarter-zeitung.de