
Con un po’ di ritardo, giusto per non smentirmi, mi occupo della Parola dell’Anno 2013, come sempre a cura della Gesellschaft für deutsche Sprache.
Al primo posto svetta GroKo, contrazione di “Große Koalition”, la Grande Coalizione che, in seguito alle elezioni di quest’anno, ha garantito il terzo mandato ad Angela Merkel, riconfermata alla guida del governo tedesco.
Qui di seguito le altre 9 posizioni della top 10.
2) Protz-Bischof: “vescovo sborone” (brillante traduzione trovata sul blog Berlino101), riferito a Franz-Peter Tebartz-van Elst, vescovo di Listum, che nel 2013 si è dato alle spese folli. Si dice abbia speso 31 milioni di euro per ristrutturare la sua residenza in diocesi. I fedeli non l’hanno presa bene.
3) Armutseinwanderung: unione di “Armut”, povertà, e “Einwanderung”, immigrazione, ossia il flusso migratorio proveniente sia dai Paesi africani, sia dalle zone d’Europa più colpite dalla economica verso le aree più ricche dell’Unione Europea. La Germania, ovviamente, è uno dei Paesi in cima alla lista delle destinazioni.
4) Zinsschmelze: “sciolgimento degli interessi”. Noi italiani ci preoccupiamo dello spread e dei tassi di interesse troppo alti, ma anche tassi troppo bassi possono causare problemi, come dimostrano le difficoltà che hanno dovuto affrontare vari enti pubblici che hanno visto assottigliarsi i fondi a loro destinati.
5) Big Data: quando Snowden ha rivelato che la NSA spiava praticamente tutto il mondo, termini come “sicurezza informatica” e “big data” hanno riempito i giornali, non solo in Germania.
6) Ausschließeritis: gioco di parole traducibile come “esclusivite”, una pseudo-malattia a quanto pare molto diffusa fra i politici, che durante le trattative pre-elezioni mettono così tanti paletti da escludere a priori ogni tipo di alleanza o coalizione.
7) Generation Sandsack: la “generazione sacco di sabbia” è quella che ha dovuto affrontare maltempo ed alluvioni, come quelle che hanno colpito la Baviera e le zone orientali del Paese. Si è trattato soprattutto di gruppi di giovani che si organizzavano sui social network.
8) Ausländermaut: tema caldo delle elezioni, la proposta di “dazio per gli stranieri” prevedeva che gli automobilisti non tedeschi pagassero un pedaggio per utilizzare le autostrade. Proposta che, come era prevedibile, ha scatenato il dibattito: le autostrade tedesche sono infatti gratuite e in gran parte senza limiti di velocità e modifiche a una o l’altra caratteristica sono sempre state rifiutate a gran voce dagli automobilisti teutonici.
9) falsche Neun: qui si entra in ambito calcistico e spero di non dire sciocchezze. Il “falso numero nove” si riferisce a uno schema senza centravanti classico, schema utilizzato anche dalla nazionale spagnola, vincitrice degli ultimi campionati mondiali ed europei.
10) “Freund hört mit”: dal “Feind hört mit” (“Il nemico ascolta”) di Hitleriana memoria, si è passati quest’anno al “Freund hört mit”, ossia “L’amico ascolta”, riferito ai controlli e alle intercettazioni ad opera degli americani, che non hanno risparmiato neppure le conversazioni telefoniche di Angela Merkel.
Anche quest’anno la classifica ci ha dato grandi soddisfazioni. Il prossimo appuntamento per gli amanti della lingua tedesca è a gennaio 2014 con la Non-Parola dell’Anno. Stay tuned.
Read Full Post »