
La notte del 9 novembre di 25 anni fa successe qualcosa che sembrava impossibile: gli abitanti di Berlino Est misero piede nella parte ovest della città dopo più di 20 di separazione totale.
La “barriera di protezione antifascista”, nome ufficiale di quello che tutto il mondo chiamava semplicemente “Muro di Berlino”, aveva separato famiglie, diviso amici, causato centinaia di morti fra chi tentava di fuggire dal regime della DDR nei modi più improbabili. Poi, una sera di novembre, l’annuncio: le regole sul passaggio da Est a Ovest sono cambiate. Il politico di turno, ospite di una trasmissione televisiva, si lascia sfuggire la notizia e alla domanda del giornalista “Quando entreranno in vigore le nuove regole?” risponde impacciato “Da subito.”
I berlinesi non credono alle loro orecchie. In migliaia si riversano per le strade, si avvicinano al serpentone di cemento armato che racchiude la parte Ovest della città e chiedono di passare. Le guardie non sanno cosa fare, nessuno ha dato loro ordini a riguardo. I punti di passaggio vengono presi d’assalto, le persone aprono valichi nel muro a colpi di piccone e martello. È l’inizio del processo che porterà, l’anno successivo, alla riunificazione della Germania.
Ero a Berlino per il ventennale della caduta del Muro e ho dato il mio piccolo contributo all’evento organizzato per festeggiare. Ricordo ancora le note di “Heroes” di David Bowie proprio mentre arrivavo alla Porta di Brandeburgo. È tanto che non torno a Berlino, ma quando ripenso a quella sera mi commuovo ancora.
Nella foto: il “Lichtgrenze”, confine di luce, installazione luminosa che corre lungo il vecchio percorso del Muro. Fonte: http://www.berlin.de/mauerfall2014/