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East Side Gallery

Causa impegni lavorativi che si moltiplicano come Gremlins sotto la doccia, non sono riuscita a seguire come si deve la vicenda dell’East Side Gallery.  Del muro che dal 1961 al 1989 è stato il confine invalicabile fra Berlino Est e Berlino Ovest rimangono oggi solo pochi settori, diventati un’attrazione per i turisti. Il tratto più lungo e meglio conservato è l’East Side Gallery, 1,3 chilometri di cemento lungo la riva della Sprea trasformati in un’opera d’arte a cielo aperto dopo la riunificazione grazie al contributo di artisti provenienti da tutto il mondo. Dopo il restauro del 2009 in occasione del ventennale della caduta del muro sembrava che la “Galleria” fosse pronta ad affrontare altri 20 anni di vita, ma qualcuno ha avuto altri progetti.

Berlino è famosa per il prezzo della vita basso e gli affitti decisamente economici. Negli ultimi anni, però, anche la capitale tedesca è entrata nel mirino della speculazione edilizia: quartieri un tempo degradati, soprattutto nella parte est, sono diventati improvvisamente cool (un esempio su tutti: Prenzlauer Berg) e i prezzi, come prevedibile, sono aumentati.

L’East Side Gallery si trova a Friedrichshain, quartiere con un’altissima concentrazione di locali notturni (la via principale della movida berlinese è la Simon-Dach-Straße, a pochi minuti di distanza) e la zona fa gola agli imprenditori. Che hanno avuto la brillante idea di costruire un complesso di appartamenti di lusso sulla sponda del fiume. E poco importa se per realizzarlo sarebbe stato necessario abbattere una parte di muro.

Ai berlinesi, invece, è importato eccome: sono state organizzate manifestazioni di protesta in difesa di quello che è diventato uno dei simboli della città e il vecchio motto “Die Mauer muss weg!” (“Il muro se ne deve andare”) è stato sostituito da “Die Mauer muss bleiben!” (“Il muro deve restare!”)  Le autorità hanno impedito la rimozione del muro, ma i lavori di costruzione continuano.

E fra le varie dimostrazioni di supporto alla causa è spuntata una vecchia conoscenza. Vi ricordate David Hasselhoff, il ricciolone che negli anni ’80 parlava con Kitt in Supercar e negli anni ’90 correva sulle spiagge della California con Pamela Anderson in Baywatch? Hasselhoff era molto popolare come cantante pop in Germania e ha partecipato al concerto di Capodanno del 1989, di fronte alla Porta di Brandeburgo, allora ancora imprigionata nella terra di nessuno. Sono rimaste negli annali la giacca con le lucine intermittenti e le sue dichiarazioni secondo le quali sarebbe stata proprio la sua canzone “I’ve been looking for Freedom” a portare all’abbattimento del muro.

Ebbene, Hasselhoff ha twittato che domenica 17 marzo sarà alla East Side Gallery per offrire il suo contributo alla causa. Chissà che giacchetta indosserà per l’occasione.

Fonte foto: Wikipedia

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