Inaugurazione di una mostra al Tacheles, il centro culturale che sembra un centro sociale. Ho stupidamente dimenticato di portare la macchina fotografica, ma per chi non sapesse di cosa sto parlando, le scale hanno quest’aspetto:

Foto scattata due anni fa, ma non è cambiato quasi nulla.
Ho un po’ di tempo prima dell’inaugurazione, ne approfitto per gironzolare nel cortile fra le varie gallerie all’aperto. Varco il portone e sento puzza di bruciato: uno degli artisti, che a vederlo così sembra un meccanico, è impegnato a saldare una delle sue opere sotto a una tettoia, circondato da sculture in progress e pezzi di metallo vari. Mi fermo un attimo a guardare un toro gigante in bronzo (credo) e passo oltre.
In fondo al cortile c’è un angolino psichedelico, con dipinti coloratissimi e intricatissimi. L’autore è seduto su una seggiola da campeggio e mangia qualcosa che sembra pasta. Sotto una tenda lì accanto c’è un’altra galleria, composta soprattutto da disegni e schizzi. L’artista non gradisce che gli avventori scattino fotografie delle sue opere, e ha appeso un cartello in bella vista:
“Io vengo forse a casa vostra a fotografare vostra moglie nuda?”
Poco dopo le 19 mi avvio verso il quarto piano (ho perso il conto delle migliaia di gradini che ho calpestato da quando sono arrivata a Berlino) per la mostra vera e propria. Il titolo è “Italian ReStyle Project”: si tratta di una serie di eventi che andrà avanti fino al 12 dicembre e che vede protagonisti artisti italiani.
Entro nella prima delle sale che ospita la mostra e vengo accolta dall’opera ritratta sul volantino: “Miss Kitty”, di Paolo Schmidlin.
Attenzione: se siete molto cattolici potreste trovare questa immagine offensiva.
Alcuni dei quadri e delle installazioni mi piacciono molto, ad esempio un alberello tutto nero con delle faccine à la Jack Skellington al posto delle foglie, o quattro teste di stoffa che penzolano dal soffitto con varie parole ricamate sulla nuca (dai Sette Vizi Capitali a concetti tipo “Capitalismo” e “Distruzione”); altri sono un po’ troppo concettuali per i miei gusti, vedi l’installazione composta da un fascio di rami e un mucchietto di terra.
Fra i vari eventi in calendario c’è anche la pièce teatrale (o guerrila comedy, come specificato sul programma) “Bye Bye Berlusconi”. L’hanno messa di mercoledì sera, ma potrebbe valere la pena perdere un paio d’ore di sonno per andare a vederla.
Informazioni e fonte foto: http://www.tacheles.de
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