Il povero Martin Schulz, presidente del parlamento europeo, non ha un buon rapporto con i primi ministri italiani, e non certo per colpa sua. Dopo il leggendario discorso del 2003, nel quale Berlusconi gli disse che sarebbe stato perfetto nel ruolo di kapò in un film sui campi di concentramento, tocca ora a Matteo Renzi farci fare l’ennesima figuraccia.
La settimana scorsa Schulz era ospite del programma francese Le Petit Journal e, nel corso della puntata, è stato trasmesso un breve video sull’incontro con il nostro presidente del consiglio, che ha inanellato una figuraccia dietro l’altra.
(Breve parentesi prima di continuare: vorrei ricordare alla persona che ha aggiunti i sottotitoli in italiano che “un po’” SI SCRIVE CON L’APOSTROFO, NON CON L’ACCENTO. Grazie.)
1) Arriva in ritardo. Per noi italiani sarà anche normale considerare gli orari in modo elastico, ma, almeno negli incontri ufficiali, sarebbe cosa buona e giusta arrivare puntuali. Soprattutto se ti aspetta un tedesco. Ricordo ancora che, durante il corso di Business German a Berlino, l’insegnante aveva sottolineato che agli incontri di lavoro, colloqui compresi, è caldamente consigliato arrivare con almeno 15 minuti di anticipo per evitare di essere considerati ritardatari.
2) Si ferma a fare un selfie con delle ragazze. Ora, Renzi si sente gggiovane dentro e twitta a ogni ora del giorno e della notte, ma se già arrivi in ritardo, il minimo che puoi fare è non far perdere ulteriore tempo. Ma si sa, un selfie non si nega a nessuno.
3) Si fa i fatti suoi mentre Schulz parla e chiede “Finito? Ah, no?”. Ora, non so se Schulz fosse veramente interessato a quello che aveva detto Renzi poco prima, ma almeno aveva dato l’impressione di esserlo. Dovrebbe essere la lezione numero uno del corso “Diplomazia for dummies”, oltre che una regola base di educazione.
I tedeschi, che come al solito hanno una parola per tutto, hanno l’espressione perfetta per descrivere come mi sento in questo momento: sich fremdschämen, ossia vergognarsi per una cosa fatta da altri. Ma anche un bell’epic fail ci sta bene.