Negli ultimi anni ho girato la Germania in lungo e in largo, e spesso ho usato il treno. Ho visto stazioni enormi e modernissime, come quella di Berlino, ma anche piccole e malandate in qualche sperduto paesino in mezzo al nulla. Le stazioni centrali delle città medio-grandi, però, hanno tutte qualcosa in comune: sono concepite come dei piccoli centri commerciali che si sviluppano attorno ai binari.
Partendo dall’esperienza di Milano, dove avventurarsi in zona Stazione Centrale è consigliata solo a chi ama le emozioni forti, ho notato una cosa: nelle stazioni tedesche non mi è mai capitato di avere paura. E questo perché c’è sempre qualche negozietto o baracchino aperto, quindi c’è sempre gente in giro. Ovviamente questo non vale per le stazioncine dove fermano solo i treni locali, che sono messe più o meno come le nostre, ma nelle grandi città la stazione è il luogo dove andare se ti viene un attacco di fame alle 4 di notte, non quello dove hai buone probabilità di essere borseggiato alle 4 del pomeriggio.
La nuova stazione centrale di Berlino, ad esempio, è un complesso di 5 piani, nel quale solo due sono occupati dai binari (l’ultimo per i regionali e il passante ferroviario, e il piano sotterraneo per i treni a lunga percorrenza), tutto il resto è un susseguirsi di bar e negozi vari.
Pensavo volessero fare qualcosa di simile anche a Milano quando hanno iniziato a ristrutturare la stazione centrale qualche anno fa. Adesso, oltre ad avere finalmente una biglietteria come si deve (la vecchia “Biglietteria Estera” era quasi identica a quella di Budapest; pittoresca, per carità, ma non proprio il massimo della funzionalità), sono stati predisposti degli spazi per negozi e chioschi. Mi sono detta “Forse è la volta buona, forse hanno capito che per rendere più sicuro un posto non serve mandarci l’esercito, basta renderlo più vivibile e vivo.” Peccato che la maggior parte dei negozi sia ancora chiusa (qualcuno mi aggiorni se negli ultimi mesi è cambiato qualcosa) e alla prima pioggia, poco dopo l’inaugurazione, si sia allagato tutto quanto.
Qualcuno spieghi alla Moratti che non basta spostare i barboni di peso quando arrivano i delegati dell’Expo per avere una città di livello europeo.
30/04/2011: a un anno di distanza, sono tornata sull’argomento.
Fonte foto: Wikipedia
Oh come hai ragione!
mi piace molto la tua “analisi sociologica” delle stazioni!
sì, perchè checchè tu ne dica, cara la mia collega, questo è proprio un post “sociologico” ^_-
Io sono assolutamente sociologhessa inside! Sono contenta di avere studiato Sociologia, solo che non mi ci vedo a fare ricerche. Diciamo che sono sociologa non praticante. 😉
hehe sociologhessa inside! sì =)
[…] anno fa, sul mio blog di viaggio berlinese, scrivevo un post dedicato alle stazioni ferroviarie, in particolare alla differenza fra quelle tedesche e quelle italiane. Le stazioni di casa nostra, […]